Da sempre le bottiglie di plastica sono al centro di dibattiti. È risaputo che il loro impatto ambientale è enorme e devastante. La plastica, materiale quasi indistruttibile, per la maggior parte non viene riciclata ma, nella maggioranza dei casi, viene depositata in discariche in cui rimarrà per centinaia di anni oppure triturata e abbandonata nel mare, creando vere e proprie isole di plastica come quella scoperta nel 1997 dal velista Charles Moore.
Le aziende, con le loro tecniche di marketing, puntano a spaventarci, sedurci e a indurci in errore portandoci a credere che l’acqua proveniente dal nostro rubinetto sia pessima e proponendoci l’acqua in bottiglia come la soluzione migliore per avere un’acqua che faccia bene alla nostra salute.
Ma è davvero così?
Quanto inquinano le bottiglie di plastica? Le bottiglie di plastica vengono generalmente fabbricate con un composto conosciuto come polietilene tereftalato (PET), un elemento chimico che secondo vari studi è in grado di trasmettere determinati elementi all’acqua. Ovvero, esiste la probabilità che l’acqua che beviamo sia alterata a causa di questo materiale, soprattutto nel caso in cui la bottiglia di plastica in questione venga riutilizzata. Questa accortezza va osservata per evitare una contaminazione microbica. Infatti, quando una bottiglia di plastica si svuota, al materiale possono aderire funghi e batteri che, nel caso venga nuovamente riempita, potrebbero finire direttamente nel nostro organismo. Altra cosa molto importante da ricordare è quella di non esporre mai le bottiglie di acqua al sole, perché quando la plastica entra in contatto con fonti di calore può rilasciare sostanze nocive.
Le particelle che possono disperdersi dal PET sono soprattutto:
Generalmente la percentuale di particelle nocive che si trasferisce dalla bottiglia all’acqua è molto bassa, però esistono opzioni molto più salutari che permettono di evitare questi rischi.
Una di queste è quella di usare un alcalinizzatore ionizzatore, che, oltre a depurare l’acqua, la rende alcalina e quindi antiossidante. Inoltre, rendendola ionizzata, l’acqua è più assimilabile.
Un’altra opzione è quella di usare un depuratore domestico ad osmosi inversa. Questo meccanismo è utile per togliere tutte le sostanze inquinanti presenti nell’acqua del rubinetto e inoltre serve per regolare la quantità di residuo fisso.
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